martedì 6 novembre 2012

AVVENTURA SUI MONTI SIBILLINI 15-16 settembre 2012 Foce di Montemonaco, Laghi di Pilato, Rifugio Zilioli, Vettore, Forche di Presta, Foce.



Fin da bambino mi è sempre piaciuto andare alla ricerca dell'Avventura, senza nascondere l'amore che ho per la natura...
Fare lunghe passeggiate nei boschi e valicare lunghi crinali montuosi sono sempre stati un chiodo fisso nella mia mente; ma sfortunatamente non conosco vie di mezzo, e quando provo a fare qualsiasi cosa faccio sempre il passo più lungo della gamba... Insomma non mi accontento delle cose facili.

Dopo aver affrontato un trekking nautico di 7 giorni in Svezia quest'estate, prima dell'arrivo dell'inverno non mi potevo far mancare un trekking di un paio di giorni sull'appennino Italico, precisamente sui monti Sibillini.
Così girovagando in rete mi imbatto in una cartina dove vi erano evidenziati i sentieri del CAI proprio di tali monti; avendo mio zio Spoletino, non avete idea di quante volte ho sentito parlare del re dei Sibillini, il Vettore (2.476 m s.l.m.)!
Così su due piedi decido:
"<< Il prossimo week end disponibile Victor sarò tuo!>>"

Non avendo molta esperienza sui Sibillini, comincio a chiedere informazioni riguardo al tragitto che avevo in mente di percorrere; l'idea era quella di partire da Foce di Montemonaco (
988 m s.l.m.) passare per il monte Torrone, ascendere il Vettore, dormire nella grotta dei laghi di Pilato e fare ritorno a Foce.
Così apro una nuova discussione sul forum in attesa di qualche suggerimento. Per mia sorpresa saranno molti di voi che mi risponderanno, e proprio qui sul forum troverò il mio compagno di avventura, il grande Mauro, in arte "Zetacane".
Così dopo esserci scambiati qualche email riguardo l'equipaggiamento e il tragitto da percorrere fissiamo la data per il 15-16 settembre. Ma poichè da Roma per arrivare mi ci sarebbero volute 3 ore buone, mi organizzo per partire il venerdì pomeriggio e dormire al rifugio "Taverna della montagna" presso Foce, il nostro punto di partenza.

Arrivato a Foce venerdì pressappoco verso le 19.00 mi incontro per la prima volta con Mauro, il quale si dimostrerà non solo un ottimo compagno d'avventura ma una persona squisita, sotto tutti i punti di vista; dove sotto una pioggia incessante facciamo conoscenza e scambiamo due chiacchiere sull'escursione in programma.
Verso le 20.00 ci mettiamo con le zampe sotto il tavolino e cominciamo a incamerare energie per il giorno seguente; Fettuccine al cinghiale, arrosto misto, funghi porcini, Vino rosso, torta e whisky, bhe che dire credo che con quella cena potevamo raggiungere anche il K2!?!
Così con la pancia piena ce ne andiamo a dormire.

L'indomani il tempo non sembrava essere cambiato di una virgola, pioggia, vento e nebbia erano i protagonisti e noi i personaggi secondari in quello scenario tetro e cupo.
Dopo aver fatto una colazione con cappuccino e crostata ci vestiamo e ci carichiamo come bestie da soma, con quei grandi zaini pieni di tutto il necessario.
Finalmente siamo pronti, e l'Avventura sta per cominciare, così sotto una pioggia che non dava il minimo segnale di voler smettere ci incamminiamo nella vallata che va da Foce ai laghi di Pilato, poichè visto il tempo era impossibile fare il percorso al contrario.

La prima parte del percorso pioggia e nebbia escluse non sembrava ci fossero grossi problemi, e passo dopo passo tirammo dritti. Superate le svolte la visibilità era nulla, non riuscivamo a vedere a più di 20 metri di distanza ma imperterriti continuammo a salire in direzione dei laghi; poco prima di fonte Matta un vero e proprio torrente in piena veniva giù dalla montagna, e l'unica cosa da fare per continuare a seguire il sentiero era quella di attraversarlo con l'inevitabile conseguenza di bagnarsi ancor di più. Ma neanche questo sembrava fermarci e trovato un punto leggermente più agibile passiamo il torrente. Da qui in poi continuiamo fino ai laghi di Pilato immersi in una nebbia fitta che non ci consentiva di vedere oltre i nostri piedi, tant'è vero che arrivati ai laghi Mauro mi guarda e dice:
<<Attento che ci finisci dentro!>>
Voi non ci crederete ma a non più di 5 metri dai miei piedi c'era il lago, e io non riuscivo a vederlo.
Qui ci fermiamo proprio due minuti per fare uno spuntino e ripartire in fretta poichè rischiavamo che gli indumenti fradici ci si gelassero addosso.
Passammo per il costone sdrucciolevole dei laghi che ci porterà sotto le famose "roccette", le quali affronteremo con un pizzico d'incoscenza sotto una pioggia fitta ma al tempo stesso sopportabile, e una brezza perpetua, con gli zaini carichi di roba. Scalate queste, ipoteticamente dovevamo essere arrivati alle pendici del Vettore e altresì del Rifugio Zilioli, ma la nebbia ci ha fatto perdere completamente l'orientamento, e per più di un'ora siamo stati a vagare alla ricerca del rifugio.
Dall'alto ad un tratto qualcuno ha voluto che scorgessimo la targa in memoria "dei fondatori" dello slalom alpino sul Vettore, e solo a quel punto abbiamo capito che se continuavamo seguendo il sentiero in discesa saremo arrivati allo Zilioli e così ringraziando Dio è stato! Poter entrare in un luogo asciutto, riparato dal vento anche se puzzolente e con la mondezza ammassata all'angolo di una panca in quel frangente ci sembrava l'Eden; personalmente ero arrivato alla frutta, dopo 7 ore di cammino in quella maniera con lo stomaco semivuoto avevo bisogno di fare una pausa.
All'interno ci cambiammo in fretta indossando gli abiti asciutti seppur inumuditi, e io mi divorai un panino con tonno e pomodoro mentre Mauro fece uno spuntino con parmigiano stagionato di 30 mesi, pane e salame.
Poichè non riuscivo a scaldarmi seppur asciutto, Mauro prepara un'ottima tazza di caffè latte che mi rimette al mondo, accompagnata da un goccio di liquore strega!
Dopo l'ottima bevanda calda ci rintanammo nei sacchi a pelo e iniziammo una lunga conversazione che ci permetterà di conoscerci meglio!

Verso le 19.00 ecco che la nebbia si dirada e lascia intravedere il meraviglioso paesaggio che i monti Sibillini ci offrono, potevamo ammirare sulla sinistra Corno Grande mentre sulla destra cima di Prato Pulito e il sentiero che conduceva a Forca di Presta dove l'indomani saremo scesi in attesa che Giorgia la ragazza di Mauro e Massimiliano il suo migliore amico, ci venissero a prendere con la macchina per fare ritorno a Foce.

Dopo esserci rifatti gli occhi dopo ore di bianco candido, decidiamo che era arrivato il momento di cucinare la cena, così mi metto ai fornelli e preparo un risotto ai funghi porcini, per passare poi alle salsiccette essiccate e a qualche fetta di formaggio; a quel punto non poteva che mancare un goccio di caffè accompagnato da un'altrettanto goccio di Strega.

Fortunatamente l'appetito non mancava e ci spazzolammo via tutto; così esausti e con la pancia piena ci rintaniamo nel sacco a pelo, ma il sonno tardava ad arrivare; allora decidiamo di dare un'occhiata al cielo; sembrava un miraggio, avevamo l'impressione di essere immersi nella via Lattea e di poter toccare le stelle con le mani, appagati da quella splendida vista dell'immensa volta blu, finalmente ci lasciamo andare nel mondo dei sogni.

La mattina seguente alle 7.20 siamo in piedi, e miracolosamente il maltempo del giorno precedente sembrava averci lasciato per uno splendido sole.
Dopo l'ottima colazione a base di caffè latte pane e marmellata, cioccolata, frutta e barrette ai cereali, ci accingiamo a prendere un pò di raggi solari nell'attesa che gli indumenti fradici del giorno prima si asciughino, e se così fosse stato prima di calare a Forca di Presta avremo fatto un salto sul re dei Sibilini, il maestoso e imponente VICTOR!

E Cosi fu!

Preparati gli zaini ci incamminiamo sulla cresta che ci conduce sulla cima del Re a quota 2.476 m, ma prima di arrivare in vetta, ci fermiamo ad osservare il maestoso paesaggio che si affaccia al di sotto di esso, e ci fermiamo alla targa che il giorno prima ci aveva fatto ritrovare il sentiero smarrito...
Arrivati in cima, ci stringiamo in un forte abbraccio e firmiamo il diario posto nella cassetta di fianco alla croce.
La nostra avventura sta volgendo al termine così soddisfatti riprendiamo il sentiero che porta verso forca di Presta, dove per un paio di volte ci fermeremo per fare uno spuntino e goderci l'immensa distesa della piana di Castelluccio.

Arrivati sulla strada asfaltata ecco che arrivano puntuali come un orologio Svizzero anche Giorgia e Massy con i quali faremo ritorno a Foce.
Qui dopo esserci cambiati, e aver riacquistato le sembianze di due comuni esseri umani, ci fiondiamo a capofitto con le zampe sotto al tavolino; ecchevelodicoaffà... Che magnata! 
Vino rosso, Antipasto di montagna, fettucine al cinghiale, fettucine ai funghi, arrosto misto, patate al forno, funghi porcini, dolce, caffè e ammazza caffè! Che goduria ragazzi miei!
Dopo questa fantastica abbuffata, ci andiamo a sgranchire le gambe verso pian della Gardosa, dove dopo una foto di gruppo, saluto quei tre meravigliosi ragazzi per far ritorno nella capitale!

Un Saluto.

Danielino





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