martedì 20 gennaio 2015

"Il Diana Calibro 27"



Ascoltando i racconti dello Zio e del Nonno anche se purtroppo quest'ultimo ci ha lasciato quando ero ancora troppo piccolo, sono cambiate davvero molte cose...
Indubbiamente la condizione dell'uomo ha fatto passi da gigante nell'ultimo secolo; grazie al progresso che la società, mattone dopo mattone ha innalzato; ma aimè sono state eclissate quelle Passioni, quelle Tradizioni che da sempre fin dai tempi dall'Età della Pietra sono state il fondamento dell'indole umano.


Parlo della Passione per la Caccia, quell'Istinto Primitivo che da sempre è dentro di noi!
La Caccia non è un effimero divertimento, ma è un calderone di vere emozioni; basti pensare al comportamento del Cacciatore, che trascorre il suo tempo ad ascoltare la Natura, osservando la fauna per studiarne il comportamento ed escogitare una strategia per avere la meglio sulla preda.
L’emozione per la caccia non si esprime esclusivamente all'atto finale della detonazione, si interpreta e si riconosce nelle lunghe passeggiate nei boschi, sulle montagne; con i suoi odori, i suoi colori, e talvolta con le sue frustrazioni.
Come potevo non appassionarmi di questo bagaglio culturale, dove sin dai tempi, veniva tramandata ai più giovani della comunità,
di Padre in Figlio, da Nonno in Nipote.
Grazie al Nonno e allo Zio anche io milito nel Rango dei Cacciatori;
anche se a malincuore sin ora non ho mai potuto partecipare a una vera e propria Battuta di Caccia...
Sono vive nei miei ricordi, quelle giornate quando all'imbrunire lo Zio usciva dall'uscivo di casa, con il suo cal.32 in spalla ad aspettare la "Regina" che rientrava nella Riserva, o di quella volta che il Nonno mi regalò il suo "Porta Uccelli" in cuoio, e la "Bilancietta" per preparare le cartucce.
Ma la mia "prima volta" è stata con il Diana Cal.27 degli anni '60, ad aria compressa.
Non posso dimenticare quella sera che il Babbo rientrò a casa dopo una lunga giornata lavorativa con questo meraviglioso regalo; donatogli dal suo datore di lavoro, maneggiato in gioventù.
Ero al settimo cielo, ma aimè dovevamo sostituire la molla per la ricarica, essendo a colpo singolo.
Così mi organizzai con lo Zio per andare nell'armeria più vicina ad ordinare la parte usurata.
La settimana successiva quando finalmente arrivò il pezzo di ricambio, tornammo spumeggianti all'armeria
per ritirare la parte e provare al più presto questo storico Fucile.
Iniziammo con la regolazione del mirino,sparando i primi colpi al bersaglio di cartone, posizionato sul pino nel giardino di casa; ad ogni colpo regolavamo con uno scatto la rotella del mirino, fino a quando era questione di millimetri e dipendeva esclusivamente dalla nostra freddezza nel mantenere la mano ferma per centrare il bersaglio.
Dopo un'oretta che gareggiavamo a chi faceva il punteggio migliore, ecco che si avvicina in volo uno stormo di Tortore che si posa nell'atrio del nostro pollaio;
con lo Zio abbiamo uno sguardo d'intesa e pensiamo entrambi la stessa cosa...
Ma ecco che la Zia nello scendere le scale esterne alla casa, infastidisce le Tortore che si alzano in volo per posizionano sulle Querce circostanti.
Io e lo Zio ci appostammo lungo la siepe, e nell'attesa che la Tortora si mostrasse a noi per un tiro pulito, caricai il mio nuovo compagno, Diana Cal.27 con il Pallino Gammo Match a testa quadra calibro 4,5 mm e rimasi pronto a "far fuoco".
Fui pervaso da una scarica di adrenalina, ma cercai di controllare il respiro e rimanere concentrato sul bersaglio.
Ecco che all'improvviso la Tortora si sporge dal ramo sul quale era posizionata mostrando il suo fianco sinistro; era arrivato il momento!
Così come da manuale impugnai stretto il fucile e presi la mira, i battiti del mio cuore cominciarono ad aumentare, il respiro incalzava;
ma non potevo rimanere in quella posizione ancora per molto perchè le braccia cominciavano a oscillare e rischiavo che la Tortora scomparisse nuovamente dietro il fitto fogliame della Quercia, così non ci pensai due volte, trattenni il respiro e premetti il grilletto.
Per un'istante mi sembrò di vivere la scena a rallentatore, come se il tempo si fermasse, ma improvvisamente ripartì velocemente, e vidi che il colpo andò a segno colpendo la povera Tortora sul collo, facendola precipitare nell'erba alta.
Io e lo Zio esultammo con un urlo di gioia e ci precipitammo fuori dal cancello di casa, per andarla a recuperare nel terreno a fianco.
Arrivati sul luogo dove presumibilmente era precipitata la Tortora, facemmo un piccolo giro intorno alla Quercia, fino a scorgere lei, "La Mia Prima Preda!

Daniele

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