mercoledì 10 marzo 2021

La Vecchia Cacciatora di Fustagno


Lo so, sicuramente penserete: questo è matto a indossare la Cacciatora di fustagno degli anni '50 a petto nudo!?

Beh come darvi torto, ma se avete due minuti e volete farvi due risate, vi racconto com'è andata quella mattinata di Caccia.


Avete presente quelle mattinate di inizio Novembre, con un cielo limpido ma con l'aria frizzantina!?
Era proprio una di quelle, precisamente il 07 Novembre della stagione corrente (2020/2021).

Come ogni sabato con i miei Compagni di Caccia: Zio Sergio e il mio Amico Fraterno Alessandro, ci dirigiamo nella Tuscia in cerca di qualche selvatico da inseguire con i nostri Springer; che sia un Fagiano, una Lepre o qualche migratore per eccellenza, non importa, purché si passi una giornata all'insegna della nostra passione. 

Quella mattina giunti sul posto, scendiamo dalla macchina, l'aria pizzica e ancora intorpidito o rincoglionito, non ci penso due volte e decido di indossare anche la giacca invernale.

Caricati gli schioppi, sciogliamo Ares & Diana e ci mettiamo a battere un campo rizollato in cerca di una bella "orecchiona"; ma a parte qualche Allodola che si alza alla borrita, non tiratole, per non rovinare l'azione di caccia dei cani, proseguiamo per la collina senza incontrare quel che cercavamo.
Giunti in prossimità di una riserva, siamo costretti a ripiegare verso un fosso suggeritoci la mattina da Marcello, il Papà di Alessandro.

A me ed Ale piace molto cacciare lungo le sponde dei fossi, essendo amanti di Anatidi e Scolopacidi; così la prendiamo come un'opportunità e cominciamo a rientrare verso la macchina, seguendo l'ansa del fosso.

Con Sandro scendiamo con i cani dentro l'avvallamento, con l'acqua poco sopra gli stinchi, mentre lo Zio ci segue più avanti lungo la sponda.
Percorsi i primi passi, giungiamo in prossimità di una slarga, il posto è selvaggio proprio come piace a noi, ci sono: canneti, alberi precipitati ed arbusti di ogni genere, fatichiamo ad avanzare, ma l'avventura ci chiama.

Improvvisamente uno stormo di Alzavole e qualche Beccaccino prende il volo ad un centinaio di metri da noi; rimaniamo increduli, e non possiamo far altro che ammirare così tanta bellezza, mangiandoci le mani per tutto quel ben di Dio appena volato via; ma non ci arrendiamo e cerchiamo di proseguire.
Ci apriamo a ventaglio: lo Zio sulla sponda destra, Ale nel centro ed Io cerco di farmi strada lungo la sponda sinistra del fosso; proprio mentre risalgo la sponda ripida e scivolosa, un Alzavola solitaria passa in prossimità del canneto che sto per raggiungere, non ci penso due volte vista la ghiotta opportunità, imbraccio lo schioppo, metto il "papero" sotto mira e faccio fuoco. La bellissima Alzavola viene giù, stroncata di netto dalla fucilata.

L'emozione è tanta, per noi amanti dei "Becchipiatti", poter insidiare tale selvatico è un onore, così recuperato e riposto nella cacciatora il "Tordo di palude" ci diamo manforte per l'ottima azione di caccia e proseguiamo lungo il fosso.

Fatichiamo ad avanzare, l'ansa si restringe e la vegetazione diventa fitta; dobbiamo proseguire in fila indiana, aprendoci un varco tra i rovi e i fitti arbusti che ci ostacolano il cammino.
Fortunatamente dopo qualche minuto di inferno, il fosso diventa più agevole e possiamo riprendere la cacciata in maniera dignitosa.

Continuiamo la nostra camminata, concentrati su ogni singolo movimento che ci circonda, evitando di far rumore, essendo gli Anatidi ed i Beccaccini molto sensibili ai suoni circostanti. Il fosso sembra ormai deserto, quando ad un tratto da un terrapieno un Alzavola si invola, avvantaggiato dalla posizione tiro di stoccata, il selvatico per la seconda volta precipita a terra senza indugi.

Che Emozione ragazzi!
Io ed Ale non stiamo nella pelle e sorridiamo come Bambini.
Il recupero sarà un po ostico, visto che dovremo arrampicarci con i cani sopra il terrapieno fangoso per rendere omaggio al bellissimo esemplare.
Riposto generosamente anche questo capo nella cacciatora, siamo esausti e la mattinata sta per volgere al termine, così decidiamo di rientrare verso la macchina.

Il Sole è alto e sono le dodici passate, è quasi ora di mettere qualcosa sotto i denti.
Arrivati finalmente alla macchina, siamo cotti!
Diamo una generosa ciotola d'acqua ai nostri Ausiliari e riponiamo gli schioppi nei foderi, sorseggiamo anche noi un goccio d'acqua; e stanchi, sporchi ma felici ci abbracciamo forte per aver condiviso una giornata felice, inseguendo quello che più amiamo.

Ah dimenticavo, vi starete ancora chiedendo cosa c'entra la cacciatora di fustagno indossata a petto nudo!?

Ragazzi miei, dopo 4 ore di cammino ininterrotte, tra colline, paludi e così tante emozioni,
giunto alla macchina ero un bagno di sudore, e l'unica cosa ad essersi salvata e rimasta asciutta era proprio lei, la vecchia cacciatora del Sor Agostino, regalatami dallo Zio Sergio, suo figlio, qualche anno or sono.


Ad Alessandro, Mio Amico e Compagno di Caccia.


Daniele

1 commento:

  1. Magnifica avventura e soprattutto prolifica aspetto con piacere una prossima avventura

    RispondiElimina